Uno studio dell’OCSE stila un bilancio molto positivo dell’integrazione degli immigrati in Svizzera
Berna-Wabern, 02.12.2025 — La popolazione straniera in Svizzera è molto ben integrata. È questa la conclusione a cui giunge uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) pubblicato il 2 dicembre 2025. Più che in altri Paesi, le persone immigrate in Svizzera hanno un buon livello di formazione, un tasso di occupazione molto alto e s’impegnano in modo attivo per imparare una lingua nazionale. Lo studio rileva quale potenziale non interamente sfruttato l’integrazione professionale delle donne, soprattutto se entrate nel quadro del ricongiungimento familiare.
L’integrazione nel mercato del lavoro svizzero funziona molto bene. Il tasso di occupazione della popolazione immigrata è pari al 77 per cento e figura tra i più elevati nei Paesi dell’OCSE. Quasi la metà di queste persone esercita professioni altamente qualificate – anche questa cifra è più elevata rispetto ad altri Paesi.
La conoscenza della lingua locale è uno dei fattori determinanti per una buona integrazione. Dallo studio emerge che la popolazione immigrata in Svizzera è molto ben posizionata sotto questo profilo. Dopo cinque anni, circa la metà delle persone che inizialmente avevano una mera conoscenza di base di una lingua nazionale ha raggiunto un livello avanzato; anche qui, la Svizzera si situa un po’ al di sopra della media dell’UE. La percentuale di persone che si impegnano attivamente per imparare la lingua locale è nettamente superiore alla media. Il 61 per cento delle persone immigrate ha indicato di aver frequentato un corso di lingua. Stando allo studio, questo è in gran parte dovuto all’accesso a corsi di lingua sovvenzionati dallo Stato.
Potenziale per quanto riguarda l’integrazione delle donne
Le donne immigrate riscontrano tuttora maggiori difficoltà rispetto agli uomini nell’accedere al mercato del lavoro. Il loro tasso di occupazione è del 71 per cento, mentre a titolo di confronto l’80 per cento delle donne nate in Svizzera svolge un’attività professionale. Lo studio vede in questi tassi di occupazione relativamente bassi «notevoli perdite di benessere per il mercato del lavoro e l’economia nel suo complesso».
Come in numerosi altri Paesi, anche in Svizzera le persone straniere titolari di un diploma universitario faticano a trovare un impiego altamente qualificato, soprattutto se non provengono dallo spazio UE/AELS e giungono in Svizzera nel quadro del ricongiungimento familiare. Lo studio evoca i «notevoli sforzi profusi dalle autorità» a favore del riconoscimento delle qualifiche straniere. Tuttavia, soltanto il 16 per cento delle persone immigrate in possesso di una qualifica conseguita all’estero sollecita il riconoscimento del proprio titolo di formazione.
Tra le «persone immigrate» l’OCSE annovera tutte le persone residenti in Svizzera che sono nate in un altro Paese. Queste persone rappresentano il 31 per cento della popolazione residente permanente.
Quasi tre persone immigrate su quattro giunte in Svizzera tra il 2011 e il 2023 sono entrate nel nostro Paese in virtù della normativa sulla libera circolazione con l’UE. La maggior parte delle persone immigrate dispone di un buon livello di formazione: circa la metà delle persone provenienti dallo spazio UE ha un titolo di livello terziario – più che nella maggior parte dei Paesi paragonabili. Anche tra le persone provenienti da Paesi non membri dell’UE si registra il 35 per cento di titolari di una formazione terziaria, il che è un valore elevato rispetto ad altri Paesi. Dallo studio emerge inoltre che negli ultimi dieci anni il livello di formazione delle persone immigrate è chiaramente migliorato, in particolare tra le donne.
Una conferma per la SEM
Nel complesso lo studio conferma la posizione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) come anche la via intrapresa dalla Svizzera per garantire l’integrazione delle persone immigrate. Gli strumenti centrali della promozione dell’integrazione in Svizzera – in particolare i Programmi cantonali d’integrazione e i programmi federali quali il pretirocinio d’integrazione – danno buoni risultati. Le misure d’integrazione – in particolare per le donne e i profughi – promuovono in modo mirato il potenziale della popolazione straniera, contribuendo così in modo significativo alla lotta contro la carenza di personale qualificato. La SEM proseguirà i propri sforzi e farà tesoro degli insegnamenti tratti dallo studio dell’OCSE.
Link
- Studio dell’OCSE: Stand der Integration von Zugewanderten – Schweiz
(alla voce Support Materials)
